Il parere dello sportivo

Amante degli sport automobilistici e delle emozioni forti le più disparate, Ivan ha una passione, tra le altre cose, per la lettura di riviste automobilistiche polverose.
Ha prodotto alcune monografie pubblicate presso l'autore, e tra le più celebri vi ricordo "una carburatori può graffiare una i.e. ?" e "della durata ottimale dei tempi di congiunzione di una DS21 del 1969."

Chi meglio di Ivan potrebbe descrivere con l'occhio dello sportivo l'incontro meccanico eccezionale di questa Domenica? Risposta: "nessuno", e gli lascio quindi la penna.


Dr Danche.

DANCHO-JOURNAL  del 11 / 09 / 06 

PROVA COMPARATIVA ID 19 / DS 21
 
Presentazione

 

I servizi "prova stampa" - tanto quelli di Javel quanto quelli del Dr. Danche - hanno fatto bene le cose: per meglio nascondere le loro tracce, i due modelli che sono stati prestati vestono la stessa livrea "Blue d'Orient" , tutto ciò promette bene.

Malgrado le accortezze, si nota che ci sono ancora molte differenze estetiche, che i miei colleghi e Danche e Tungstène hanno già commentato. Quindi non ci torno sopra, e vado subito proprio nel cuore della questione.

Al volante

Ho un' ID!

L'ID - di fronte alla DS - fà in qualche modo da "star americana". E 'naturale quindi che cominciamo questo saggio da lei. Ricordiamo sempre che l'esemplare oggetto del nostro interesse è riccamente accessoriata: niente a che spartire con l'essenzialità monastica dei primi anni. Tra gli optional di cui gode la nostra macchina, notiamo tra gli altri: il servosterzo (essenziale per la serie "D", fatta eccezione per i piloti che si sono fatti le ossa sulle Willèms, Bernard ed altre Berliet), bracciolo lato guidatore, sedile del conducente regolabile in altezza, l'antifurto, ed un'autoradio (senza dubbio ancora a valvole)  della "Continental Edison".

Ma la caratteristica principale di questa vettura è che essa ha percorso soltanto ... 26.000 km!  Non voglio quindi ripetere la sua storia, che è già stata ricordata in precedenza. Avrei preso ben volentieri il volante, ma il proprietario non me lo propose. La mia discrezione leggendaria e la mia gentilezza squisita mi hanno impedito di chiederglielo esplicitamente. Soprattutto, il mio vicino ha la stazza di wrestler professionista (vedi la foto con Danche, che non è certamente un master, ma che si fermerebbe volentieri per dei gamberetti) e ha lavorato come guardia del corpo. E quindi lui terrà il volante. Pace, la mia lunga esperienza di DS mi permetterà di apprezzare come passeggero le sottili sensazioni rilasciate da questa vettura unica.

Senza indugiare ulteriormente, svegliamo la bestia. Al primo tentativo di avviamento, lo scappamento sbuffa, emettendo sonori assai poco aristocratici. Lentamente, prima il baule, poi il muso, si alzano. Ah sì, è un cambio banalmente meccanico. Personalmente, e come il mio collega Alain Bertaut, io preferisco il comando idraulico. Ad ogni modo, non facciamo tante storie, perché, fin dalle prime curve, ci si accorge subito che non si ha a che fare con una comune ID. Ed è questo ciò che manca oggi in Francia: delle ID nuove. L'interno, tanto per cominciare, è immacolato. E poi la rifinitura di questa annata 67 è molto piacevole: la luminosità delle cromature, il morbido Rhovyline, l'armonia dei colori ... niente a che fare con le sinistre DSpecial e DSuper, dalla faccia triste e dai tratti proletari, che andranno presto a sostituire queste coraggiose ID ed inquinano i nostri centri abitati d'oggi.

Ma la cosa più sorprendente di questa vettura è quel senso di "nuovo" che emana: nessuna vibrazione, nessun "grillo" nel cruscotto, nessun cigolio della sospensione o dello sterzo, che sono abituali sulle DS. Tutto qui è morbidezza e silenzio. In breve, un invito a viaggiare, che mi dispiace sia finito così in fretta. In ogni caso è stato un grande momento.

La 21, che DS!

Anche in questo caso, dato che il proprietario si è indebitato per tre generazioni per restaurare la sua auto, egli preferì mantenere il volante saldamente in pugno. E questo è comprensibile. Ed anche irrilevante, perché conosco il modello a memoria, e potrò farmi una buona idea della qualità del modello basandomi sul mio "feeling". Eccoci dunque partiti: i gesti del conducente sono tipo "Arcivescovo" quando cambia velocità (siamo in una cambio idraulico, eh!). Si sente che vuole trattare bene il tutto! Tuttavia, dobbiamo riconoscere che si tratta di un grande "attrezzo". La meccanica mi sembra particolarmente morbida e ben bilanciata (qui parla il purista). Ah, mi vedrei bene ad imboccare la Chartreuse a tutta velocità con un mezzo del genere ...

Mi sia permesso di fare una piccola precisazione al volo: ho sentito qua e là pedanti professorini perorare la causa della superiorità del cambio meccanico, anche arrivando a dire che le DS " usine " ​​del tempo erano state truccate. E' falso! ( si riferisce alle competizioni disputate con DS idrauliche, ndt.).
Cito, a riguardo, un'estratto dell'articolo apparso su "Auto Europa" (Marzo 1970):

1) Bob Neyret: "Il cambio idraulico deve essere considerato sotto la stessa ottica di confort ed efficacia, in quanto consente la guida con due piedi, il sinistro sul freno, il destro sull'acceleratore. "
2) Auto Europa: "Non pensi che un cambio meccanico permetta passaggi di velocità più veloci? "
3) Bob Neyret: "Sicuramente no. Sarà piuttosto vero il contrario, nonostante quello che afferma la stampa specializzata. "
4) René Cotton, "Preciso che è una questione di regolazione che permette di giocare sia sulla velocità d'innesto che sulla progressività. Si arriva ad ottenere dei passaggi quasi istantanei. "
Dopo aver incontrato qualche anno dopo la grande Marlene Cotton, ho avuto la conferma anche da lei che i piloti Citroen (Bianchi, Neyret, Trautmann, Toivonen ...) usavano questo magico cambio. E vai!

Fatta questa necessaria digressione, in conclusione, non ho altro che un consiglio per Jean-Francois: "Vai avanti, a tutta birra! "

Al pub

Eh sì, dopo la prova, il relax. Per concludere questa mattinata di lavoro, niente è meglio di un pò di ristoro all'ID-DS bar. Il dottor Danche, dopo i dodici Ricard che si è scolato, non essendo più in grado di pronunciare ed ancor meno di allineare tre parole, mi da l'onore di mettere la parola alla fine a questa prova sotto ogni aspetto eccezionale. Sarò breve: Signori, ognuno di voi ha una gran bella vettura. E, per onorare il sangue in parte britannico del buon Dottore, dirò, pagando un brindisi finale: "Long life to the Goddess! "
 

NdDr.D:
Ma certo che mi posso ancora esprimere: "Che cos' è, questa DSuper nera parcheggiata davanti al bar? Ha dei copricerchi Pallas non conformi! che li si sbatta al freeesco, che si riportino oltre il confine come Cohn Bendit nel Maggio del 68.888..... che siano appesi e che gli serva da brrrrrrrrrrrrrrr ............... hic!... "